Il dono dell’amore che resta

Il dono dell’amore che resta

La prima volta che ho parlato de “l’amore che resta” è stato anni fa ed era dedicato a due amici che avevano perso il loro cane Fly. Chi li conosce sa.
Ora sono riflessioni che scrivo e dedico a Mac, il nostro cane, nostro compagno di vita, perso qualche settimana fa. Scrivo ora perché non sono riuscita a scrivere prima, perché il dolore della perdita è estremamente privato e personale. Mac che ho sempre definito amore puro, spesso dicevo “lui è amore”. Mac che ha donato e ricevuto tanto amore. Mac che è stato malato per otto anni, lottando con grande dignità. Sempre presenza rassicurante. Mac che è arrivato dopo dieci mesi da Greta la nostra Jack Russell. E con Mac erano in quattro, insieme a Glenda e Britte, le due femmine di pastore tedesco che avevamo. Glenda la grande mamma che lo ha lavato ed accudito per quattro anni e che quando è mancata ci siamo accorti che lui non sapeva lavarsi. Britte la guardiana che gli ha insegnato tutto sulla vita da pastore e sulla guardia del territorio. Mac cresciuto in mezza a tante femmine, trattato da principino sempre. Mac che in sei mesi ha perso Glenda e Britte. Mac che ha accolto Hoshi di casa Mariotti, i due allevatori che sono diventati gli amici de “l’amore che resta”.
Una volta ci si vergognava di soffrire per la perdita del proprio cane. Ora per fortuna non più. Compagni di vita e di esperienze preziose, membri di famiglia a tutti gli effetti.
Ero preparata da tanto tempo per la sua malattia. Preparata sì, ma non si è mai pronti. E quindi il dolore sordo mi ha tolto le parole. Quell’amore incondizionato, di cui i cani sono capaci, che viene a mancare. Non si mai pronti a perdere quella sicurezza e conforto di cui i cani sono capaci perché sentono i nostri stati d’animo. Come dico spesso il dolore non si può evitare, bisogna passarci dentro.
Poi accade che le cose si muovono al di là di quello che pensi di gestire razionalmente. Così martedì 19 aprile, chiamando Luigi Mariotti per avere informazioni per prendere un nuovo compagno per Hoshi, “fra qualche mese perché ora non sono pronta”…mi parla di una sua cucciola di nove mesi, restituita da due giorni e da adottare. Non mi importa quali sono le motivazioni della scelta di altri, che di certo non giudico. Fatto sta che mi dice “fidati, conosco Hoshi e conosco Margot”. Decido di fidarmi e di affidarmi, ne ho bisogno. Così martedì scorso nel pomeriggio ci incontriamo in terreno neutro per una passeggiata e poi rientriamo a casa nostra e Hoshi la accoglie molto maternamente, con quella naturalità che i cani hanno, che ci disarma sempre. Ed ecco che tutto si trasforma, Margot lasciata, che arriva da noi con i suoi occhioni profondi. Margot che resta.
E allora l’amore che resta è il dono dell’amore che resta. L’amore resta lì, siamo l’amore che diamo e che riceviamo. Un dono sì, perché possiamo scegliere di dare amore ad un altro cane, avendone ricevuto tanto ne siamo ricchi. Non si sostituisce nessuno perché nessuno prende il posto di altri nel nostro cuore. Ma dare amore aggiunge altro amore e gioia alle nostre vite. È il processo circolare del dono dell’amore che guarisce, più di tutto. E a volte i tempi non li scegliamo neanche noi…e Margot stranamente, ma forse no, si siede davanti a casa nello stesso punto di Mac, nella stessa posizione. E spazio ne abbiamo tanto…ma si mette lì…e forse doveva andare così! Per tutti noi.
Grazie Luigi.
Ciao Mac e benvenuta inaspettata Margot!

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